Da sempre l’uomo ha sperimentato diverse tecniche per riprodurre simboli e grafici, ogni volta in modo più semplice, veloce ed efficiente. In questa ricerca, si cominciò a notare l’esigenza di una riproduzione massiccia e realistica, vedendo l’automazione e il miglioramento dei pigmenti, tanto che si trattava di semplici disegni… È così che nacquero le tecniche di stampa!
Come in tutti gli inizi, il lavoro manuale era predominante. Tuttavia, con il passare dei secoli e i cambiamenti tecnologici dell’umanità, frutto dell’innata curiosità dell’essere umano, Johannes Gutenberg divenne il padre della stampa moderna. Sicuramente non avrebbe mai immaginato che la sua invenzione avrebbe raggiunto la stampa 3D e sicuramente continuerà ad evolversi!
Anche a livello di materiali, le tecniche di stampa si sono diversificate perché l’innovazione e la creatività umana non hanno limiti, reinventando il concetto di stampa, ma mantenendone sempre il principio fondamentale. Unitevi a noi in questo viaggio dalle tecniche di stampa più antiche a quelle più recenti.
LE PRIME TECNICHE DI STAMPA
XILOGRAFIA

Secondo i dati storici, xilografia è la più antica tecnica di stampa conosciuta. Questa tecnica consiste nell’effettuare incisioni su una tavoletta di legno utilizzando uno strumento appuntito, che permette di modellare i rilievi. Il pezzo veniva poi intinto nell’inchiostro di legno e, dopo essere stato immerso, veniva premuto su un supporto di tela o di carta per riprodurre l’immagine che era stata scolpita.
Questo tipo di riproduzione ha posto le basi della stampa a fontana utilizzata per stampare i libri nella loro interezza, quindi è la tecnica che precede quella brevettata da Gutenberg con la creazione della macchina da stampa nella seconda metà del XV secolo.
Nonostante sia caduta in disuso, l’arte non l’ha lasciata morire, anche se è stata migliorata con l’utilizzo del linoleum e dell’Adigraf, chiamandola “linoleum” o “linoleum” o “linoleum”.
STAMPA AD INCHIOSTRO

La calcografia è un’altra delle più antiche tecniche di stampa, anche se è più considerata una tecnica di incisione, sebbene più specializzata nelle illustrazioni, a differenza della xilografia. Un altro aspetto che la differenzia è che lavora in positivo, cioè gli elementi da riprodurre vengono incisi direttamente sulla matrice.
Per spiegarlo meglio, abbiamo un’incisione realizzata in metallo, in cui l’inchiostro viene distribuito nelle diverse incisioni del rilievo, per poi esercitare una pressione con un torchio e trasferire così l’immagine sul foglio. Come si può notare, anche questa tecnica veniva gestita manualmente.
AGUAFUERTE

Si trattava di una tecnica di stampa simile alla calcografia, ma utilizzata in modo indiretto, poiché il suo principio era l’uso di sostanze chimiche per incidere il rilievo precedentemente realizzato sulla lastra di metallo. In questo caso, la lastra metallica veniva ricoperta di sostanze chimiche per poi estrarre con un ago la sostanza in base al rilievo da stampare, che sarebbe stato inciso con l’acido.
INCISIONE IN ROTOCALCO

La rotocalcografia è un’evoluzione della calcografia, basata su una macchina rotativa che lavora con cilindri incisi. Divenne una tecnica fotomeccanica, in quanto l’inchiostro veniva trasmesso attraverso microcelle di diversa profondità. Per ottenere variazioni di tonalità, si applicava una quantità maggiore o minore di inchiostro: minore era la quantità, più debole era la stampa, più scura era la stampa, e più inchiostro c’era, più scura era la stampa.
LASTRE IN FOTOPOLIMERO
Negli anni Cinquanta si iniziarono a sviluppare tecniche di stampa basate su lastre in rilievo. In questo caso, il processo prevedeva l’uso di una sostanza plastica e di radiazioni ultraviolette che, a contatto, provocavano l’indurimento del liquido.
Le lastre potevano essere realizzate in breve tempo, il che favoriva la stampa dei giornali dell ‘epoca. Tuttavia, il fattore tempo è stato migliorato negli anni ’70, quando si è iniziato a utilizzare sostanze solubili ad asciugatura più rapida, che hanno favorito il montaggio sulle lastre.
La stampa serigrafica

La serigrafia è una tecnica di stampa molto popolare fin dalla sua implementazione perché è compatibile con diversi materiali e oggetti industriali, come: plastica, carta, metallo e persino superfici tridimensionali.
Le lastre utilizzate, chiamate anche retini, sono create dalla fotomeccanica ed entrano in contatto con un tessuto o una rete sintetica rivestita con un fotopolimero. Dopo la procedura eseguita su un telaio, vengono esposte a una pellicola positiva e l’indurimento avviene nelle aree che non verranno stampate.
Mentre le aree esposte vengono lavate, generando aree aperte. Quindi si applica l’inchiostro con un rullo su queste aree, mettendolo a contatto con la superficie da stampare e Voilà! La serigrafia è pronta. Questa tecnica è popolare nella stampa di magliette e insegne, anche su grandi superfici. È inoltre compatibile con l’uso di vari colori.
Stampa flessografica

È una tecnica che risale al 1890, anche se è diventata più popolare nel 1952, quando le è stato dato il suo nome. Era basata sull’uso di lastre e sull’impiego di inchiostri colorati all’anilina che, diluiti in alcol, potevano essere assorbiti da superfici non porose.
Contrariamente a quanto si possa pensare, questa tecnica di stampa non è morta. Attualmente viene utilizzata nella stampa di imballaggi, in particolare sulle confezioni. Per il suo uso massiccio e la creazione di più unità, nelle lastre viene utilizzata la gomma, materiale che viene posto sopra il singolo rullo di stampa, consentendo la possibilità di creare copie.
La rotocalco

È un sistema di stampa diretta basato sull’uso di cilindri rotanti. A differenza della flessografia, le aree da stampare hanno l’aspetto di incisioni a basso rilievo, che vengono inchiostrate all’interno. Per l’uso dei colori, ci sono diversi cilindri rotanti, ognuno con un pigmento diverso, che quando entrano in contatto con la superficie vengono stampati sotto pressione.
LE TECNICHE DI STAMPA PIÙ DIFFUSE
LITOGRAFIA

Il principio della litografia è la reazione chimica tra acqua e colore, ma anche che le aree bianche e quelle da stampare siano allo stesso livello. Nel processo è coinvolto anche il calcare poroso.
Viene disegnato con una matita grassa e poi immerso nell’acqua. Le sezioni che non sono state passate con la matita assorbono una minima quantità d’acqua, mentre le sezioni marcate respingono l’acqua, per cui sono vulnerabili all’assorbimento dell’inchiostro e, quando vengono premute contro la pressa, l’inchiostro può essere trasferito alla carta. La litografia a colori è simile, ma presenta comunque delle varianti.
OFFSET

È una delle tecniche di stampa più conosciute e più utilizzate , soprattutto quando si tratta di grandi tirature. Il metodo funziona con cilindri e rulli, quindi è un tipo di stampa indiretta, in cui l’immagine viene trasferita dalla superficie litografica alla carta o alla plastica. Per ottenere questo risultato, si utilizza una superficie o un caucciù di gomma, mentre la lastra viene inumidita con acqua e poi si applica l’inchiostro, ottenendo così il risultato finale,
La stampa offset deriva dalla litografia, cambiando l’uso della pietra per una lastra metallizzata, sulla quale vengono riprodotte immagini e grafiche. Data la praticità di questo metodo, oggi la stampa offset è il sistema per eccellenza per realizzare grandi tirature.
La moderna litografia offset

Si è arrivati alla versione migliorata di entrambe le tecniche (litografia e offset), in cui le superfici in pietra sono state sostituite da lastre di plastica, acciaio inox e alluminio, che consentono di risparmiare in termini di produzione.
Le lastre sono rivestite di materiale fotosensibile. Quando vengono a contatto con la luce intensa, subiscono una reazione solubile, dando la possibilità di trasferire un’immagine su una pellicola positiva o negativa, in modo da stamparla sulla superficie della lastra
Si tratta di una tecnica di stampa ampiamente utilizzata e migliorata, che consente di ottenere risultati eccellenti in riviste, giornali, prodotti di imballaggio, opuscoli, newsletter e altre copie.
LE TECNICHE DI STAMPA PIÙ INNOVATIVE
PROCESSI DI STAMPA ELETTRONICA
L’implementazione della stampa elettronica ha aperto la possibilità di rendere i processi molto più agili e di risparmiare sui costi di produzione e di manutenzione delle grandi macchine. Anche se i risultati possono essere migliori, c’è un limite: il numero di copie che si possono ottenere non avendo a disposizione grandi set di lastre.
Con l’uso dei computer negli anni ’80, la stampa è diventata molto più semplice, in quanto l’utente comune ha avuto la possibilità di memorizzare e modificare i file da stampare tutte le volte che voleva, cambiando in larga misura le tecniche di stampa.
Stampa digitale o elettrofotografica

Con le stampanti laser è stata implementata una nuova tecnica di stampa, perché la qualità dell’immagine è uno spettacolo! L’unico svantaggio è che si tratta di un processo lento, soprattutto quando si vuole lavorare con un’immagine di grandi dimensioni.
L’operazione utilizza una superficie di base, come la maggior parte delle tecniche, anche se in questo caso viene utilizzata una sostanza come il selenio o il cadmio (fotoconduttiva) che quando si trovano in un ambiente buio generano elettricità statica e fungono da isolante, in modo che quando il laser è presente, perdono la loro carica e permettono l’attivazione del toner che verrà stampato su plastica o carta.
Stampa a getto d’inchiostro

In questo caso, le stampanti utilizzate si basano su iniettori di inchiostro, in grado di stampare immagini in modo rapido e di alta qualità. Essendo più avanzate, lavorano in parallelo a un computer dal quale vengono programmate le istruzioni o i parametri di stampa. L’avete sicuramente usata!
STAMPA A MICROCAPSULE

Per questo tipo di stampa è necessaria una carta speciale, caratterizzata dalla presenza di milioni di microscopiche capsule, caricate con coloranti liquidi all’interno.
Quando un’immagine viene esposta a una luce intensa, queste particelle si attivano, indurendo l’inchiostro all’interno. Per completare il processo, dei rulli d’acciaio premono l’immagine che abbiamo posizionato contro un’altra carta che funge da supporto e dove i coloranti sono stati riprodotti, ma non induriti; pertanto, si caratterizza per avere colori piuttosto vividi, nitidi, brillanti e di alta qualità.
STAMPA A SUBLIMAZIONE TERMICA E STAMPA A TRASFERIMENTO DI CERA
La sublimazione

La sublimazione, o sublimazione, è senza dubbio una delle tecniche di stampa più diffuse, anche se la sua implementazione è così recente che rientra in questo tipo di tecniche basate sulla sensazione termica. In questo caso, è necessario il calore per effettuare il trasferimento dell’inchiostro su materiali come carta, plastica o tela. Il processo in sé è lento, poiché è necessario applicare un colore alla volta, utilizzando un nastro che funziona come un pannello di colore.
Stampa a caldo

Questa tecnica di stampa e timbratura chiamata stampaggio può essere a caldo e a freddo. Consiste nel trasferire un’immagine con l’aiuto di un supporto metallico sottoposto a calore o ad alte temperature. Trattandosi di un metodo di trasferimento termico, è compatibile con macchine vecchie e nuove, ma solo per piccole tirature.
Stampaggio a freddo

Questa tecnica di stampa o stampaggio è simile alla precedente, soprattutto per quanto riguarda la manipolazione di un foglio, la differenza è che si basa sulla manipolazione di materiali termoplastici, che agiscono in presenza di freddo o basse temperature.
Tampografia

In questo caso si parla di una base plastica o metallica, rivestita con un’emulsione fotosensibile, dove l’immagine viene incisa con un processo chimico, formando una rotocalco; questa lastra viene ricoperta di inchiostro e spazzata da una lama. Successivamente, un tampone in silicone preme sulla lastra di incisione raccogliendo l’inchiostro rotocalco e trasportandolo sul pezzo da stampare per contatto.
STAMPA 3D

La stampa 3D è la più recente delle tecniche di stampa. È costituita da un gruppo di stampanti in grado di dare profondità a un oggetto rendendolo tridimensionale, grazie al fatto che può stampare in sequenza di strati sovrapposti.
Con questo tipo di stampa è possibile passare da un’immagine digitale alla materializzazione di oggetti fisici. le stampanti 3D dispongono di una tecnologia in grado di sovrapporre il numero esatto di strati per ottenere la replica perfetta e reale di un’immagine piatta.
Il processo inizia con un software di stampa specializzato, programmato per generare fogli o strati sottili, che verranno spostati su una base e lavorati in plastica, fino a ottenere la figura tridimensionale.